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Data: 14-01-2019
Tipo: Altro
Tematica: Action Institute
“The euro as an international currency“. Vale la pena per l’euro perseguire un ruolo di maggiore rilievo a livello internazionale? Se ne vale davvero la pena, quali misure occorrono per raggiungere questo risultato?.
“Equity capital inflows, corporate financing, and growth“. Nelle economie emergenti, gli studi sulla relazione tra la partecipazione degli investitori esteri nei mercati azionari pubblici e l’attività economica complessiva trovano effetti importanti sulla produttività, sugli investimenti, sulla crescita economica e sul prezzo delle azioni. Tuttavia, il motivo non è chiaro.
“Event studies and the random walk hypothesis: Why the end of bond buying by the ECB is a non-event“. La fine del programma di acquisto di titoli pubblici da parte della BCE non ha avuto alcun impatto sui tassi d’interesse. In questo contributo, gli autori spiegano il fatto argomentando che mentre il programma di acquisti ha portato ad una riduzione generalizzata dei tassi quando è stato annunciato questo impatto è stato solo momentaneo.
“Can virtual currencies challenge the dominant position of sovereign currencies?“. Gli autori analizzano perché storicamente la moneta privata ha sempre fallito la competizione contro le monete sovrane e cosa vuol dire questo per le moderne valute virtuali come il Bitcoin.
“Future-proofing the Science Cloud“. L’obiettivo dell’European Open Science Cloud (EOSC), iniziativa recentemente lanciata dalla Commissione Europea, è quello di permettere a milioni di ricercatori in tutta Europa di utilizzare il cloud computing per immagazzinare, processare, combinare e analizzare grandi quantità di dati. A questo fine, l’EOSC dev’essere sostenuto da Information e Communication Technologies (ICT) avanzate e accessibili.
“Ethics and artificial intelligence“. L’adozione di sistemi di machine learning e intelligenza artificiale è in rapida diffusione attraverso l’economia e la società. L’entusiasmo iniziale riguardo i benefici di questi sistemi inizia ad essere mitigato da preoccupazioni riguardo i rischi che essi possono comportare.
“The gains from economic integration: The EU has still a long way to go“. L’articolo usa dati sugli attriti commerciali per stimare l’effetto di lungo periodo di questi sul PIL nel caso in cui i paesi europei fossero più o meno integrati. Gli impatti negativi tra paesi, come nel caso della Brexit o di un collasso dell’Unione Europea, implicano una riduzione del PIL tra l’1% e il 3%.
“Industrial Relations and Social Dialogue in the Age of Collaborative Economy: Comparative Report“. Il progetto IRSDACE finanziato dal DG EMPL della Commissione Europea, mira ad identificare come i player tradizionali presenti nel mercato del lavoro – i sindacati, le associazioni dei datori di lavoro, stati membri e UE- reagiscano all’economia collaborativa.
“Providing funding in resolution: Unfinished business even after Eurogroup agreement on EMU reform“. Il recente accordo dell’Eurogruppo sulla riforma dell’area-euro prevede l’assegnazione di un ruolo di maggiore rilevanza al Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM) come strumento di supporto all’unione bancaria. Questo è un positivo passo avanti, ma permangono importanti questioni irrisolte. Gli autori sostengono che il framework della risoluzione bancaria resterà incompleto e che le sue lacune potrebbero portare a significative instabilità finanziarie.