SINGLE-PUBBLICAZIONE

Coding: la rivoluzione digitale parte dai banchi di scuola

Autore : Action Institute

Data: 04-03-2015

Tipo: Altro

Tematica: Innovazione


Tra le molteplici crisi che si trovano ad affrontare i paesi europei in questo inizio di 2015, la necessità di una ripresa dell’economia è più che mai centrale per garantire il futuro dell’Eurozona e delle nuove generazioni. In Italia, in particolare, servono proposte innovative in grado di stimolare la crescita economica e combattere una disoccupazione giovanile che ha raggiunto livelli allarmanti. Infatti, il clima preoccupante del nostro paese trova conferma nei recenti dati Eurostat: l’Italia registra un tasso di disoccupazione giovanile di 42% nel Dicembre 2014, quasi il doppio della media dell’Unione europea (21,4%) e lontano non solo da quello della Germania (7,2%) ma anche di Regno Unito (16,7%) e Francia (25,2%). Secondo dati Istat, sono 2,5 milioni gli italiani tra 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano, nell’Unione europea fa peggio solo la Grecia.


In questo contesto, il settore digitale è certamente uno dei più promettenti per il futuro del nostro paese e per la futura integrazione professionale delle giovani generazioni, cosi come sottolineato nel ricente policy brief di Action Institute InnovAction Digital. Tuttavia, l’Italia è pesantemente in ritardo nel settore digitale, como dimostrato dal recente articolo della Harvard Business Review Where the Digital Economy Is Moving the Fastest che ha caratterizzato l’Italia come un paese che, alla luce della performance per nulla brillante secondo il Digital Evolution Index (DEI), deve affrontare notevoli sfide per cogliere le opportunità dell’economia digitale. Alle medesime conclusioni è giunta la Commissione europea con la recente uscita del nuovo indice DESI (Digital Economy and Society Index) che presenta, per paese, la performance in relazione a connettività, competenze, uso di internet e servizi pubblici digitali. Questi dati evidenziano le debolezze dell’Italia, soprattutto per quanto riguarda il capitale umano: il nostro paese è in fondo alla classifica in entrambe le sotto-dimensioni (Basic Skills & Usage e Advanced Skills & Development) relative a tale categoria.


In InnovAction Digital il capitale umano è identificato come una delle numerose sfide aperte per il settore digitale che, con una rete di circa 173.000 aziende operanti sul suolo nazionale, è uno tra i settori più attrattivi e con un alto potenziale di crescita in Italia. Per il settore digital sono, infatti, fondamentali competenze specifiche nell’ambito dell’ICT, soprattutto per quanto riguarda la programmazione. In Italia, nonostante il numero di laureati in ingegneria sia di poco inferiore rispetto alla media europea, si riscontrano però particolari problematicità nel reperire risorse qualificate soprattutto nel campo della programmazioneun terzo delle assunzioni di programmatori è classificata come difficoltosa.


Per affrontare il problema della mancanza di competenze specifiche in materia di programmazione, Action Institute raccomanda di trarre ispirazione dalle best practices internazionali guardando all’Inghilterra, che in un decennio è diventato il paese leader nel campo del coding nelle scuole. Un percorso partito nel 2003 con l’ampliamento dei servizi ICT a livello Scolastico fino ad arrivare nel 2014 all’inserimento di una nuova materia nel National Curriculum inglese focalizzata proprio sul computing e sul coding. Così gli studenti fin dalla scuola primaria possono “capire e applicare i principi e concetti fondamentali dell’informatica, tra cui astrazione, logica, algoritmi e rappresentazione dei dati”. L’ambizione non è solo quella di formare “utenti responsabili, competenti, fiduciosi e creativi delle ICT”, ma anche di preparare gli studenti a analizzare i problemi in termini computazionali fornendo loro competenze specifiche di programmazione.


Oltre all’introduzione di coding nelle scuole per fare sì che i giovani italiani abbiano nozioni fondamentali di computing e software, altre misure meriterebbero di essere messe in campo per trovare soluzioni di lungo termine al problema della mancanza di competenze dei giovani italiani nel settore digitale. Importante anche l’aumento della borse di studio basate sul merito per le facoltà di ingegneria e per i programmi di Ph.D, l’istituzione di corsi di formazione volti alla programmazione informatica (utilizzando i fondi europei e coinvolgendo aziende digitali leader ed internazionali) e la costituzione, a livello universitario, di scuole di programmazione peer-to-peer con il contributo delle principali aziende del settore. Queste le proposte di Action Institute per colmare il gap che separa il nostro paese dai best performers europei e rendere l’Italia più competitiva nel settore digitale. Solo così il nostro paese potrà godere delle incredibili opportunità offerte dalla rivoluzione digitale che il Commisario europeo al Mercato Unico Digitale Andrus Ansip promette di realizzare pienamente nel suo mandato: promuovendo l’e-society, assicurandi che i cittadini abbiano le competenze necessarie per l’era digitale e stimolando innovazione e ricerca in campo digital per permettere all’Europa di rimanere un leader mondiale nel settore ICT.

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