SINGLE-PUBBLICAZIONE

Da Harvard lezioni di competitività per l’Europa

Autore : Irene Brescini

Data: 24-02-2016

Tipo: Altro

Tematica: Credito

Dopo molti anni di profonda crisi economica, l’Europa sembra aver imboccato il cammino della ripresa. Secondo il World Economic Forum questa timida crescita è dovuta quasi esclusivamente alla politica monetaria e si raccomanda l’attuazione di riforme strutturali volte a incrementare la competitività dei singoli paesi e quindi garantire un trend positivo nel lungo periodo.

Dallo studio del World Economic Forum “Global Competitiveness Report 2015-2016” emerge come la situazione in Europa sia eterogenea, con una significativa differenza di competitività tra i vari Stati Membri. L’Italia, ad esempio, si posiziona al 43esimo posto su 140 Paesi (è il paese del G7 con il ranking più basso), la Germania al quarto, l’Inghilterra al decimo e la Francia al ventiduesimo.

Nonostante quest’eterogeneità e l’attuazione delle riforme per ridurla rappresentino una complessa sfida, favorire la competitività è una delle priorità dell’Unione Europea, che attraverso il piano Strategia Europa 2020, vuole raggiungere gli obiettivi di “un’economia intelligente, sostenibile e inclusiva, caratterizzata da alti livelli di occupazione, produttività e coesione sociale”.

All’interno di questo quadro il 19 e 20 febbraio si è svolta l’annuale European Conference presso l’Harvard University. Anche quest’anno, durante la conferenza sono stati affrontati diversi temi riguardanti lo scenario economico, politico e sociale dell’Europa, focalizzando l’attenzione sui cambiamenti che stanno interessando il Vecchio Continente. La conferenza è stata organizzata congiuntamente dall’Harvard Kennedy School of Government, dall’Harvard Business School, dall’Harvard Law School e dalla Fletcher School of Law and Diplomacy di Tufts, con la partecipazione di numerosi relatori di grande rilievo internazionale dall’ex Presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso al Commissario Europeo per l’Immigrazione Dimistris Avramopoulos.

Action Institute, con la figura della sua Presidente Carlotta de Franceschi ha partecipato al dibattito intervenendo al panel “Reviving European Competitiveness: Recovery and Reforms”. Durante la tavola rotonda, gli esperti hanno offerto soluzioni concrete per rilanciare la competitività europea minacciata dalle recenti turbolenze finanziarie e crisi politiche, che hanno ridotto il livello di fiducia e di investimento dei vari paesi. La preoccupazione di una potenziale disgregazione della zona euro è stata finalmente risolta, ma il 2015 è stato un anno caratterizzato da un forte dibattito tra austerità e crescita. Nonostante ciò i paesi sembrano ormai concordare che per rilanciare la competitività sono necessarie riforme strutturali ed investimenti. In particolare, la Presidente di Action Institute ha sottolineato come “L’Europa stia vivendo una crisi esistenziale e che si debba prestare grande attenzione al contesto economico e politico in cui si vanno ad implementare le diverse riforme strutturali nei singoli paesi”.

Nei vari interventi la Presidente ha poi parlato dei passi che l’Europa dovrebbe intraprendere per creare un ambiente fertile per chi fa impresa, con particolare attenzione ai giovani più brillanti che spesso sono costretti ad emigrare negli Stati Uniti, della differenza fra i sistemi finanziari di Europa e Stati Uniti e come questa sia fonte di un crescente divario di competitività fra le due macro aree e come le riforme che abbiano come oggetto la finanza, l’istruzione e gli investimenti in ricerca siano le più urgenti per recuperare la perdita di competitività che affligge l’Europa. Alla domanda del moderatore di dove lei veda opportunità di crescita per i giovani promettenti oggi in Europa ha risposto “Londra ha fatto un grande lavoro per diventare il centro del Fintech a livello globale. Delle prime dieci società di Fintech l’anno scorso, quattro erano in Europa. Se fossi fra i banchi della nostra prestigiosa alma mater oggi è lì che punterei.”

E proprio mentre da Harvard si guarda a Londra come centro leader per l’innovazione e la crescita in Europa, Cameron annuncia per il 23 giugno il referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione. Speriamo che non sia l’ennesima estate di incertezza politica per il caro Vecchio Continente.

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