Autore : Andrew Funck
Data: 03-10-2017
Tipo: Altro
Tematica: Capitale Umano
Nel Settembre 2015, le Nazioni Unite fissarono 17 Sustainable Development Goals, declinati in 169 punti: dalla lotta al cambiamento climatico all’acquisizione della parità di genere, dal conseguimento della sufficienza alimentare globale al raggiungimento della piena occupazione a livello mondiale. Da allora, la sostenibilità è al centro dell’attenzione di governi e imprese: nel database dell’iniziativa United Nations Global Compact sono raccolti più di 12.750 report sulla sostenibilità economica, ambientale e sociale delle più importanti aziende e istituzioni globali. Le innovazioni della new economy, dal machine learning alla rete 5G, ricevono interesse crescente per il loro potenziale dirompente nella protezione dell’ambiente e la promozione della sostenibilità a lungo termine.
È in questo ambito che si inserisce l’iniziativa Shape Europe 2017. “Sustainability: ideas into action”, tenutosi presso l’Università Cattolica di Milano dal 29 Settembre al 1 Ottobre. L’evento è stato organizzato dalla community Global Shapers Milano, un progetto di World Economic Forum, e ha visto la partecipazione di numerosi relatori di levatura internazionale, tra cui Fabrizio Pagani, Responsabile della Segreteria Tecnica del Ministro dell’Economia, Carlotta de Franceschi, co-Fondatrice e Presidente di Action Institute, Anna Scavuzzo, Vice Sindaco di Milano, Marco Gay, Presidente Confindustria Giovani, Rodolfo Fracassi, Partner Fondatore di MainStreet Partners, Martina Larkin, Head of Europe and Eurasia e membro del Comitato Esecutivo World Economic Forum e Francesco Grillo, Professore di Political Economy presso l’Università di Oxford.
Ha introdotto l’evento Fabrizio Pagani sottolineando l’importanza delle riforme strutturali per “lo sviluppo di un percorso di crescita sostenibile” per l’Italia. “Le riforme del sistema bancario, della pubblica amministrazione, del mercato del lavoro sono la chiave per uno sviluppo sostenibile, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista politico. Interventi quali il Jobs Act e l’introduzione dei PIR hanno avuto un impatto importante in questo senso, sbloccando un mercato del lavoro irrigidito e facendo affluire risorse finanziarie a imprese competitive.”
L’evento ha poi affrontato il tema della sostenibilità da punti di vista differenti, attraverso vari panel. In primo luogo è stato indagato l’aspetto ambientale della sostenibilità e in particolare le possibili soluzioni da apporre al problema del cambiamento climatico. Successivamente, il focus si è spostato sulla dimensione educativa, economica e culturale, con contributi dalla classe dirigente italiana e internazionale, e sul futuro dell’Europa, discusso da una tavola rotonda composta da rappresentati del mondo dell’Accademia, della Politica e del Business. Nello Shapecase finale sono stati presentati infine i progetti a tema sostenibilità realizzati dai membri delle community Global Shapers di tutta Europa.
Action Institute, con la figura della sua Presidente Carlotta de Franceschi, ha partecipato al dibattito intervenendo nel panel “The multifaceted nature of Sustainability”, discutendo la sostenibilità in materia di policy.
Il suo incipit parte da una riflessione sulla recente crisi finanziaria, “Platone diceva che il bene di uno Stato non è la somma degli interessi dei singoli, ma l’equilibrio ed il bene della comunità nel suo insieme. Nel 1998 – dopo il crollo di Long Term Capital, che ha quasi portato al collasso del sistema finanziario americano – si sapeva che il sistema era a rischio ed andava regolato. Si è deciso di non farlo perchè il credito facile rispondeva all’esigenza politica di permettere ai cittadini di vivere sopra i propri mezzi. Il problema è che lo scoppio della bolla nel 2008 ha portato alla perdita di 9 milioni di posti di lavoro negli Stati Uniti – tre milioni di persone ancora oggi vivono di vouchers pubblici per mangiare – ed alla più grande crisi economica globale del secondo dopo guerra. La politica è stata poco lungimirante.”
E continua sull’Italia, “In Italia fra il 2008 ed il 2017 sono emigrati 1.5 milioni di italiani fra i 18 ed i 35 anni. Tutti i Paesi d’Europa durante la crisi, con le politiche di austerity, hanno preferito sostenere le vecchie generazioni rispetto alle nuove. Il che è normale dato il tema di tutela sociale. L’Italia, un paese che ha visto la disoccupazione giovanile raddoppiare anche a causa del sistema duale del proprio mercato del lavoro, e a contare 2.2 milioni di NEETS, nel 2013 ha speso 19 miliardi in misure a sostegno dei disoccupati dalle quali i giovani erano esclusi. E’ solo nel 2015, con forti polemiche e l’opposizione dei sindacati, che si introduce il Jobs Act, strumento che prova ad eliminare la dualità del mercato del lavoro, che allarga le tutele a tutti i lavoratori ed elimina la giungla dei contratti precari. Non dare tutele alla disoccupazione giovanile durante la crisi prima del Jobs Act e non correggere il mercato del lavoro prima – anzi osteggiarne la riforma – è stato gravissimo.”
In un clima di populismo dilagante il Forum degli Shapers deve far riflettere sui leader che vogliamo e sulla responsabilità del voto. La “gratificazione istantanea”, come la chiama la teoria del marketing, o i pifferai magici della nostra letteratura sono proprio quelli che hanno minato l’equità fondamentale per l’equilibrio nelle nostre società.