Autore : Stefano Calonghi
Data: 13-04-2018
Tipo: Altro
Tematica: Innovazione
Ci vuole una buona dose di fortuna (e forse d’indifferenza) per non aver mai sentito parlare di quarta rivoluzione industriale e di industria 4.0. Del resto, non potrebbe essere altrimenti: i cambiamenti tecnologici stanno rivoluzionando giorno dopo giorno sempre più settori dell’economia tradizionale. Non fa eccezione quello delle assicurazioni, pur con qualche ritardo fisiologico dovuto alla natura del comparto. Nasce così il termine “insurtech” – dall’unione di insurance e technology – che identifica quei cambiamenti in atto nel settore assicurativo in corso in ogni ambito della catena del valore. Le radici di questo processo si trovano in diversi fattori: dalle innovazioni tecnologiche vere e proprie fino al mutamento delle percezioni e dei bisogni dei clienti, ed è dalla loro analisi che si può immaginare quali saranno i principali trend del settore assicurativo del futuro.
Le ripercussioni sul settore assicurativo dello sviluppo delle intelligenze artificiali sono d’importanza storica. In primo luogo, la sofisticazione di algoritmi e processi di calcolo oggi permette una segmentazione della clientela come mai prima. Questo fa sì che sia possibile stipulare polizze assicurative sempre più personalizzate, rendendo assicurabili soggetti (e anche tipologie di rischi) che prima non lo erano. Inoltre, non vanno sottovalutati gli effetti secondari che l’applicazione delle intelligenze artificiali avrà sul mondo assicurativo. Per citare un esempio, l’ormai prossima diffusione degli autoveicoli a guida autonoma costituisce una potenziale minaccia per le compagnie assicurative, per le quali il settore automobilistico rappresenta una delle principali fonti di ricavo. Stando alle affermazioni del Wall Street Journal, la sicurezza di tali veicoli provocherà l’abbattimento dei rischi e dei costi delle polizze: ciò potrebbe portare a perdere circa 160 miliardi dei 200 totali che compongono il valore di mercato delle polizze auto. Inoltre, non è sicuro chi dovrà essere assicurato: se ancora il guidatore, che tuttavia non avrebbe più alcuna responsabilità in caso di incidente, o il computer di bordo (e conseguentemente il produttore di esso). Se da un lato per gli assicuratori alcuni business saranno meno redditizi rispetto al passato, altri lo diventeranno presto: fra tutti, la cyber-security è considerato uno dei mercati più promettenti. Gli attacchi informatici rappresentano un rischio sempre più frequente e sono in grado di arrecare danni considerevoli alle aziende. Sebbene oggi risulti ancora complesso stimare con cura quale dovrebbe essere il prezzo adeguato di una polizza per proteggersi da tali pericoli, in futuro la disponibilità di maggiori dati storici permetterà al mercato della cyber-security di divenire un’incredibilmente remunerativa realtà.
I cambiamenti tecnologici non mutano mai solo il mondo attorno a noi, ma anche il modo in cui noi ci rapportiamo con esso e lo percepiamo. Mai come negli ultimi decenni, le persone hanno cambiato bisogni e priorità. Sono sempre più insofferenti alle attese, vogliono le soluzioni a portata di mano, preferibilmente a portata di smartphone. Da questo punto di vista, quello assicurativo è ancora arretrato rispetto a numerosi altri settori, che si sono aperti al mobile ben prima. Sopperiscono a questa mancanza numerose start-up assicurative, che con soluzioni innovative vengono incontro all’uomo moderno, e costituiscono un pericolo più che potenziale per le aziende storiche del settore, che talvolta non riescono a tenere il passo con altrettanta rapidità. Così, oggigiorno è ad esempio possibile stipulare polizze valide solo per alcuni giorni della settimana, o che si attivano quando ci si mette al volante della propria macchina: ad avere questa intuizione è stata la start-up scozzese Cuvva. Altre imprese hanno voluto sfruttare la nascita e l’affermarsi nel mercato globale di nuovi modelli economici; primo fra tutti quello della sharing economy. È il caso della start-up Lemonade, la quale, nel momento in cui si acquista una polizza, domanda al cliente di designare un ente di beneficenza. In seguito, sfruttando la logica del P2P, i premi di coloro che scelgono il medesimo ente sono raggruppati e vanno a costituire un unico fondo a copertura dei sinistri. A fine anno, i soldi non utilizzati per soddisfare i risarcimenti, sono devoluti da Lemonade alla causa prescelta da quel gruppo.
Secondo CBInsights il numero d’ investimenti in Insurtech è in continua crescita, ed il trend non sembra destinato ad invertirsi nel prossimo futuro. Infatti, numerose compagnie assicurative tradizionali hanno iniziato ad investire in tale ambito, consapevoli che rimanere al passo con l’evoluzione tecnologica e’ una conditio sine qua non per la sopravvivenza. Sono sorti così incubatori ed acceleratori specializzati nel favorire lo sviluppo delle start-up insurtech: a loro spetterà guidare l’intero settore verso un futuro dai tratti ben delineati tramite svariate previsioni, ma pur sempre, almeno in parte, incerto.