Autore : Chiara Caimi
Data: 13-06-2017
Tipo: Altro
Tematica: Capitale Umano
La sfida volta a garantire alle donne uguali diritti e opportunità di accesso al mondo del lavoro trova una motivazione nel fatto che il gentil sesso sembri essere antropologicamente meno propenso alla corruzione. Il mito dell’incorruttibilità femminile trova riscontro nella realtà lavorativa, dove una maggior presenza femminile si accompagna ad una diminuzione dei livelli di corruzione. Rimane da stabilire se in questi casi il merito sia da attribuire alle donne o al funzionamento di un sistema che garantisce a queste ultime l’accesso a posizioni di leadership.
Il dibattito sull’evoluzione della leadership femminile continua a dividere studiosi e politici in Italia ed in Europa. Inevitabile fare riferimento all’esperienza del neoeletto Presidente francese, Emmanuel Macron. Macron ha conquistato l’Eliseo dichiarandosi femminista convinto, combattendo una campagna elettorale con un esercito di donne al suo fianco. La conversione al femminismo del politico francese non è solo frutto di un calcolo elettorale, ma è motivata da numerose ragioni. In primis, la presenza di donne in posizioni di leadership trova fondamento nella migliore qualità del loro operato, dovuta a una minor corruttibilità rispetto ai colleghi uomini.
A conferma dell’attualità della tematica, il 13 e 14 Giugno 2017 si terrà a Parigi la 15ima edizione dell’IBA Anti-Corruption Conference, organizzata dall’OECD. Le tematiche trattate toccano diversi aspetti della corruzione, analizzandone dinamiche e conseguenze.
Inoltre, uno studio della World Bank, condotto da Dollar, Fisman e Gatti, stabilisce l’esistenza di una correlazione negativa tra la rappresentanza femminile in parlamento e il livello di corruzione. Il mito della purezza femminile sembra così trovare un riscontro empirico. Infatti, la letteratura economica da sempre classifica le donne come più avverse al rischio e all’ineguaglianza rispetto agli uomini. Per questa ragione, queste ultime sarebbero predisposte alla cooperazione e pronte a dividere equamente i meriti e i benefici ottenuti, dimostrandosi per natura più altruiste.
Dall’atro lato, alcuni studiosi si oppongono all’idea che le donne siano per natura il fairer sex. L’idea alla base è che le donne siano fondamentalmente uguali agli uomini e per questo ugualmente predisposte a corrompere e ad essere corrotte. Rimangono da spiegare allora i risultati ottenuti da Dollar, Fisman e Gatti. Privando le donne dell’aurea di moralità spesso attribuita loro, la correlazione positiva tra presenza femminile e minore corruzione è giustificata non dall’esistenza di un fairer sex, quanto di un fairer system. Quando i sistemi istituzionali e decisionali sono trasparenti e democratici e i principi di meritocrazia sono elevati a standard, il livello di corruzione generale tende ad abbassarsi e la partecipazione femminile ad aumentare. In definitiva, l’assenza di corruzione sarebbe dovuta alla sola esistenza di dinamiche democratiche, le stesse che permettono alle donne di accedere a posizioni di leadership nel settore pubblico e privato.
Inoltre, come sottolinea Gwen Young – direttrice del Global Women’s Leadership Initiative al Wilson Center- le donne sono potenzialmente più esposte e soffrono maggiormente le conseguenze della corruzione. Infatti, secondo un report dell’International Labour Organization (ILO), le donne, percentualmente più povere e analfabete a livello mondiale, devono far fronte a più difficoltà per potersi garantire un accesso alla giustizia e una miglior tutela. In paesi dove la corruzione rappresenta “the cost of doing business”, le donne non possono permettersi di pagare i pubblici ufficiali e sono pesantemente esposte agli effetti della corruzione. Questo le porta, una volta al potere, a promuovere policy volte alla sua riduzione.
Questa promozione passa attraverso società pluralistiche e rispettose della diversità e dei diritti di ognuno, dove alle donne è garantita la possibilità di esprimere il proprio valore e le proprie capacità. Come sottolineato nel precedente articolo di Action Institute, “La strada della leadership femminile: esprimersi senza stereotipi”, la chiave per una partecipazione femminile di successo al mondo del lavoro è la promozione delle donne al di fuori di ogni slogan. Solo all’interno di questo genere di società, fondate su un fairer system, l’impatto della corruzione può essere minimizzato.