Autore : Antonia Vanzini
Data: 17-07-2019
Tipo: Altro
Tematica: Action Institute
“La missione è creare un’infrastruttura finanziaria globale che serva a miliardi di persone in tutto il mondo”, afferma. “Vogliamo rendere facile per tutti inviare e ricevere denaro, con la stessa immediatezza con cui con le nostre app si condividono messaggi e foto”.
Risultato di una collaborazione tra Facebook e altri 28 partner (tra cui Vodafone, Visa, Lyft, Iliad, Coinbase, Uber, altre start-up e associazioni no-profit), Libra entrerà in uso nei primi mesi del 2020, e consentirà di effettuare pagamenti, acquisti, ed accedere al credito con un solo click, attraverso un wallet digitale attivo su WhatsApp, Facebook, e Messenger.
Mentre il lettore più critico potrebbe pensare che la proposta non sia nulla di nuovo rispetto ai bitcoins, Facebook si dice pronto a dimostrare il contrario. Prima di tutto, a differenza delle criptovalute, un semplice esperimento al momento del loro ingresso sul mercato, Libra nasce dalla cooperazione di 28 big players, affermati e influenti nel campo del digitale, della comunicazione di massa, e dell’innovazione.
Inoltre, come specifica la Libra Association, questo conio digitale non sarà una riserva di valore, ma una convenzionale moneta di scambio. In particolare, l’immagine di una sorridente donna africana sulla locandina di presentazione del progetto vuole essere un chiaro riferimento alle possibili problematiche che Libra si propone di risolvere. Tra gli obiettivi dei suoi ideatori rientra infatti quello di dotare di una moneta virtuale i circa 1,7 miliardi di adulti “unbanked”, presenti oggi in molti paesi in via di sviluppo, e incapaci, non possedendo un conto corrente, di effettuare pagamenti e transazioni.
Stando alle parole di Zuckerberg, un ulteriore vantaggio per consumatori e imprese consisterà nella possibilità di fare investimenti sempre più sicuri e trasparenti. Non a caso, il valore di Libra sarà ancorato a quello delle principali valute fiat, quali l’euro, il dollaro, e la sterlina. Ciò tutelerà gli utenti dalle conseguenze di volatilità monetaria e inflazione, rischi da sempre associati all’uso di criptovalute.
Anche se molti hanno già scommesso sul successo di Libra, il cielo di Ginevra, città in cui gli associates di Facebook si sono riuniti per discutere delle possibili evoluzioni del progetto, appare ancora oscurato da fin troppe nubi. Una prima incertezza riguarda la blockchain, meccanismo su cui si basa il funzionamento di Libra. Genericamente, il termine indica una rete digitale, che, con la forza della crittografia, consente di rendere le scritture contabili indelebili, garantendo la tracciabilità e la memorizzazione di ogni transazione. I tradizionali bitcoins ricorrono ad una permissionlessblockchain: tutti possono contribuire alla loro diffusione, e il sistema è regolato dal consenso degli utenti, liberi, in qualsiasi luogo e tempo, di pagare un caffè nel bar sotto casa come di investire un’ingente somma di denaro sul mercato azionario cinese.
Con l’invenzione della moneta di Zuckerberg, le regole del gioco sono cambiate: senza il consenso dei “grandi capi”, solo un numero limitato di utenti è autorizzato a tenere traccia del ledger, “il libro mastro” della rete blockchain. Questo diretto controllo sul sistema consentirebbe al gruppo anche di discriminare tra le transazioni, e bloccare quelle sgradite.
Come spiega Fabio Pezzotti, Presidente di ICONIUM Blockchain Ventures, “considerati i target imposti, nel caso di Libra, i validatori della rete blockchain potranno essere poche decine di grandi aziende internazionali“. Ciò si tradurrebbe nella possibilità per Facebook e i suoi partner di esercitare una crescente influenza su diritti, libertà, e privacy degli utenti, oltre a rendere i big della comunicazione infiltrati speciali nei corridoi dei più importanti istituti bancari internazionali.
Una seconda perplessità emerge rispetto ai vantaggi previsti per paesi sottosviluppati e in via di sviluppo. Se, come sostiene Zuckerberg, la rivoluzione segnerà una svolta per tutti coloro che non possiedono un conto corrente, come far fronte al fatto che in queste realtà, come riportano dati della Broadband Commission for Sustainable Development, circa il 75% della popolazione locale vive “in modalità offline”?Una soluzione definitiva ancora non è stata trovata.
E’, infine, interessante notare in che modo, a seguito della proposta, anche il mondo della politica e della finanza abbia fatto sentire a gran voce i propri pareri. Tra le tante opinioni, risulta provocatoria quella del ministro delle finanze francese Bruno Le Maire. Il suo timore più grande è che Facebook possa diventare una potenza al di sopra e al di fuori dei controlli statali e bancari, facendo crescere la paura di una bolla finanziaria paragonabile a quella della crisi del 2007-2008.
Posizione più moderata è stata quella del governatore della banca d’Inghilterra Mark Carney, che, pur sostenendo la necessità di regolamentare in modo stringente l’attuazione del progetto, ha invitato ad assumere un atteggiamento propositivo e a non puntare il dito contro Facebook, accusato da molti di essere guidato dalla sola brama di guadagno e informazioni sensibili.
Dunque, come per ogni rivoluzione digitale, la soluzione non sembra essere sbarrare la porta al cambiamento, ma aprirla con cautela. Dovranno certamente essere posti alcuni paletti, primo fra tutti una stringente applicazione di normative a tutela dei consumatori, considerando che, con l’uso di Libra, tutti i loro dati finanziari passerebbero nelle mani di un’azienda privata internazionale. Gli istituti finanziari, dal canto loro, saranno sempre più chiamati ad innovare modalità di offerta di cre-dito, e consulenza, adeguando il modo di fare banca all’abc del FinTech e delle valute digitali. Infi-ne, non dovrà essere trascurato il fatto che parziali fluttuazioni di Libra rispetto alle valute fiat po-trebbero tramutarsi in un crescente rischio di inflazione, e in una preoccupante riduzione di potere d’acquisto. La questione è stata discussa in forma istituzionale in occasione del G7, tenutosi a Chantilly, in Francia, e al cui tavolo di lavoro hanno partecipato, in rappresentanza dell’Italia, il mi-nistro dell’economia Tria e il governatore di Bankitalia Visco. Ad accoglierli Bruno Le Maire, mini-stro francese dell’economia e delle finanze, il quale, proprio lo scorso mese, aveva invitato i go-vernatori delle banche centrali del G7 a preparare un dettagliato rapporto su Libra, entro e non ol-tre il summit di luglio.
Benoit Coeurè, membro del Comitato esecutivo BCE, ha consegnato una relazione preliminare sul-la possibile attuazione del progetto e, con molta probabilità, dopo l’incontro, le prospettive sul futu-ro di Libra si faranno più chiare, sempre senza dimenticare che, anche sul versante monetario, tro-vare un compromesso tra il “vecchio” e il “nuovo” sembra essere la chiave del successo.