SINGLE-PUBBLICAZIONE

Roadmap verso l’e-Health

Autore : Action Institute

Data: 01-04-2015

Tipo: Altro

Tematica: Salute


Recentemente oltreoceano si è acceso un dibattito sul potenziale valore aggiunto dell’Ict al settore sanitario: può la tecnologia aiutare a fornire servizi a costi minori e di migliore qualità?


Come Action Institute sottolinea nel policy brief “Empowering Healthcare Management“, infatti, la riforma del Sistema sanitario nazionale (Ssn) non deve limitarsi ad una Spending review fine a se stessa, ma migliorare la produttività dell’intero sistema. Perché ciò avvenga è necessario stabilire un efficace flusso informativo tra coloro che vi lavorano ed i pazienti: gli strumenti Ict risultano quindi di grande aiuto nella registrazione, condivisione e comunicazione dei dati, riducendo errori e sprechi.


L’e-Health può essere un alleato importante per salvare l’Ssn, permettendo di incrementare al contempo efficienza e qualità dei servizi. Come evidenzia il documento “Benchmarking Deployment of eHealth among General Practitioners (2013)” della Commissione europea, l’Italia è ancora in ritardo sul fronte dell’innovazione in campo sanitario, classificandosi come nona sui 31 paesi analizzati (EU-27, Croazia, Islanda, Norvegia e Turchia) in termini di utilizzo dell’Ict. Questa performance può e deve migliorare. Secondo un’altra analisi della Commissione europea, il potenziale economico dell’e-Health è notevole: dal 2010 al 2011 il mercato globale della telemedicina è cresciuto da 9,8 a 11,6 miliardi di dollari, prevedendo un aumento fino a 27,3 miliardi nel 2016. Quando si parla di e-Health si parla principalmente di cartelle elettroniche, portali regionali e nazionali per la condivisione di dati e informazioni, telemedicina. Lo scopo finale delle tecnologie Ict è quindi l’empowerment dei pazienti, che da un lato mostrano il desiderio di aver accesso a cure di maggiore qualità, dall’altro di voler contribuire in prima persona al miglioramento della qualità dei servizi forniti.


L’utilizzo di portali informatici per la comunicazione dei dati è una delle numerose proposte di riforma avanzate da Action Institute nel policy brief “Healthcare Roadmap 2030“. In Italia la cartella clinica digitale si va diffondendo gradualmente, utilizzata con difficoltà ancora in poche realtà. L’utilizzo di cartelle cliniche digitali e la creazione di un Fascicolo sanitario elettronico per ciascun paziente, comunque, sono condizioni necessarie ma non sufficienti per la completa digitalizzazione del settore sanitario italiano: aumentano efficienza e riservatezza nella condivisione dei dati, ma non necessariamente migliorano la qualità dei servizi erogati. Da non sottovalutare, inoltre, le difficoltà che emergono a monte, nel momento in cui è necessario ridisegnare il sistema dei portali regionali e nazionali atti a condividere dati e informazioni: la variabilità di bisogni e risorse esistenti sui diversi territori regionali è tale da rendere necessari notevoli investimenti per omogeinizzare la dotazione di strumenti Ict da parte di tutti gli ospedali. I fattori ostatitivi in gioco, dunque, possono essere molteplici. Come già sottolineato da Action Institute, per rispondere alle necessità della Spending review, le regioni hanno anche rinunciato ai 2 milioni di euro allocati dal Patto per la salute 2014-2016 per l’implementazione del Nuovo Sistema informativo sanitario (Nsis) finalizzato al monitoraggio delle prestazioni erogate.


A fronte di un sistema sanitario la cui spesa deve essere razionalizzata per garantire la sostenibilità del Ssn, è necessaria dunque una profonda revisione dei modelli organizzativi tradizionali. La tecnologia, infatti, può aiutare a rendere più efficienti e efficaci i servizi, riducendo i costi e contestualmente migliorando la qualità. Tra le principali sfide in questo campo, proprio l’interoperabilità tra strutture e banche dati. Altri paesi dell’Unione europea si mostrano più all’avanguardia in questo campo. È per questo motivo che la Commissione europea si sta impegnando nella promozione di iniziative volte alla condivisione di best practices sull’utilizzo di tecnologie e-Health tra i diversi Stati. Negli ultimi anni sono stati lanciati diversi progetti pilota, tra cui per esempio epSOS e la rete e-Health, con l’obiettivo di massimizzare benefici economici e sociali attraverso l’attuazione e l’interoperabilità dei sistemi e-Health in tutta Europa. A questo proposito, infatti, fra poche settimane si terrà a Riga la e-Health Week 2015, evento simbolo di una crescente integrazione europea anche nel settore sanitario.

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