SINGLE-PUBBLICAZIONE

“She-recovery”: possiamo ripartire come una società più inclusiva?

Autore :

Data: 08-03-2022

Tipo: Altro

Tematica: Action Institute

 

“Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza.”

Rita Levi-Montalcini

 

L’otto marzo è un giorno, una data simbolica. Un’occasione per riflettere sulle opportunità conquistate e quelle che ancora sono lontane. Ci si focalizza necessariamente sugli aspetti meno piacevoli, spesso discussi e dibattuti, ma che ancora stentano ad affermarsi all’interno della società, nel mercato e nella vita di tutti i giorni. A seguito della pandemia da Covid-19 si è purtroppo verificato un peggioramento delle disuguaglianze di genere per diversi fattori. Nonostante la ripresa e il nuovo anno portino innovazione e opportunità, la parità di genere appare ancora lontana. Traguardi e fallimenti delineano dunque il bilancio del 2022 e rispecchiano in modo sincero l’evidenza fornita da dati.

 

Annoverati tra i successi e miglioramenti, va menzionato un dato rappresentativo. Secondo uno studio condotto da Grant Thornton, nel 2022 la percentuale di donne impiegata ad alti livelli dirigenziali, ha superato la soglia critica del 30% (32% per l’esattezza). Se paragonato al 29% del 2019/2020, questo dato rappresenta un incoraggiante miglioramento. Inoltre il 30% viene considerato il valore minimo necessario per influenzare i processi di ‘decision-making’. Ecco dunque come tale valore assume un significato non soltanto statistico, ma anche simbolico. Sebbene promettente, il 32% è ancora ben lontano dall’obiettivo finale di parità. Dati dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) confermano come i progressi siano lenti e sottolinea come nessuno dei Paesi membri del G20 abbia ancora raggiunto l’obiettivo della parità uomo – donna. Uno studio proposto da McKinsey segnala inoltre come sia particolarmente arduo per le donne accedere a ruoli definiti ‘C-suite’ (che includono posizioni come CEO e CFO). Al contrario, più si scende nella scala dirigenziale e di responsabilità (entry-level job/ junior manager) e più è facile trovare una maggiore omogeneità di rappresentanza tra uomini e donne.

 

Diversi studi hanno evidenziato l’impatto economico e sociale sbilanciato tra uomini e donne. Da ultimo, uno studio pubblicato da Lancet riporta come tra marzo 2020 e settembre 2021 la probabilità di perdita del lavoro sia stata globalmente diseguale stimata al 26% per una donna rispetto al 20% per un uomo. I risultati della ricerca sottolineano anche una percentuale maggiore di abbandono scolastico nella popolazione studentesca femminile oltre ad un aumento sostanziale dei casi di violenza domestica. In Italia, in linea con il quadro globale, la disoccupazione causata dalla pandemia ha interessato maggiormente le donne. Secondo l’ISTAT il 72.9% dei posti di lavoro persi durante il 2020 erano di donne.  Allo stesso tempo, il settore maggiormente colpito dalla crisi, quello dei servizi, è caratterizzato da una forza lavoro in maggioranza femminile. Per questo motivo si è introdotto il termine “she-session” a definire questa crisi economica in contrapposizione con le precedenti. Le difficoltà aggiunte con la chiusura delle scuole e lo smart working hanno inoltre incrementato l’ammontare di lavoro domestico e di cura non retribuito. Le varie pubblicazioni in materia hanno suggerito come la ripresa della crisi debba tenere in considerazione le disuguaglianze di genere inasprite dalla pandemia. In questa direzione il rilancio dovrebbe supportare le donne, e in generale le famiglie, per poter favorire lo sviluppo personale e professionale di ogni individuo.

 

In occasione di questa ricorrenza, si è tenuta presso l’Università Bocconi di Milano una conferenza intitolata “Gender equality: challenges ahead – From She-cession to She-recovery” in cui vari esperti hanno sottolineato l’importanza di un’azione coesa per il raggiungimento di questo obiettivo.  La Professoressa Paola Profeta, economista e direttrice dell’AXA gender lab, definisce come “she-recovery” quella ripresa finalizzata ad investire su una maggiore inclusione femminile nel mercato del lavoro. Questo va oltre il raggiungimento dell’equità, ma considera anche l’efficienza dell’intero sistema economico, concentrandosi su una migliore allocazione dei talenti ed un incremento nella produttività.

 

Vi è, infatti, evidenza di come una forte leadership femminile sia efficiente sia in campo aziendale che politico, favorendo visioni di lungo periodo incentrate su cambiamento e sostenibilità. Le donne si dimostrano più concrete nelle azioni, concentrate su problemi reali, più inclini ad introdurre leggi che trattano questioni femminili e diritti civili, programmi di welfare, protezione dell’ambiente e temi dall’orizzonte temporale più lungo tendendo ad investire sulle generazioni future. In uno studio condotto da Paola Profeta et al. viene evidenziato come le donne che hanno ricoperto cariche istituzionali durante la pandemia siano state associate a periodi di chiusura delle scuole più brevi ed ad un maggior importo di sostegni economici. Alla lista, la Professoressa Paola Profeta nel suo libro “Parità di genere e politiche pubbliche. Misurare il progresso in Europa.”, aggiunge l’importanza di aumentare il numero di  asili nido, di congedi di paternità per promuovere l’inclusione degli uomini nella child-care assistance. Gli incentivi fiscali, quali una tassazione sul lavoro differenziata, sono un altro valido strumento per promuovere l’inclusione femminile nel mercato del lavoro che permetta alle donne di pagare meno oneri rispetto agli uomini.

 

Un’ulteriore iniziativa è stata la creazione del “G20 Empowerment Femminile”, un progetto il cui obiettivo principale è quello di promuovere una maggiore inclusione delle donne nella forza lavoro ed in particolar modo un loro avanzamento in posizioni apicali. Questo scopo può essere raggiunto solo rimuovendo le barriere che limitano la crescita professionale delle donne, accelerando inclusione, diversità ed equità. Le principali proposte del “G20 Empowerment Femminile” comprendono: l’inclusione di più donne nella forza lavoro in settori STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) e nella Ricerca, garantire parità di genere tra lavoro retribuito e accudimento-assistenza domestica oltre che facilitare la leadership femminile nel mondo del business.

 

In quest’ottica, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) definisce la parità di genere come un obiettivo trasversale. All’interno delle sei missioni del piano diverse misure agiscono in questa direzione. In particolare, un sostegno all’imprenditorialità femminile “Impresa donna”, sussidi e supporti agli asili nido e l’introduzione di quote di assunzione pari al 30% dedicate alle donne. Quest’ultima proposta tuttavia ha dimostrato una difficile potenzialità di applicazione a causa di diverse deroghe espresse nelle linee guida all’adozione.  Inoltre, il governo ha adottato la “Strategia Nazionale per la parità di genere tra 2021 e 2026” per definire il percorso a lungo termine di politiche integrate suddivise in diversi indicatori quali lavoro, reddito, competenze, tempo, potere. L’obiettivo nel lungo periodo sarebbe ​​la risalita di cinque punti entro il 2026 nella classifica del Gender Equality Index dell’European Institute for Gender Equality, per cui attualmente l’Italia si trova al quattordicesimo posto. Tra le policy raccomandate per attrarre e promuovere talenti femminili, la Ministra Elena Bonetti, nel discutere la suddetta Strategia e la Riforma del Family Act, cita: politiche di lavoro flessibile, l’eliminazione del divario salariale, iniziative per aumentare la consapevolezza del valore della diversità (sottolineando come sia fondamentale anche rimuovere le esistenti barriere culturali) ed attività per lo sviluppo e la mentorship di donne dall’elevato potenziale (skills upgrading).

 

Il dibattito, sia accademico che politico, continua a riconoscere l’urgenza del tema, contribuendo alla continua creazione di nuove proposte che mirano a risolvere una questione che resta tuttora radicata nella società nonostante il suo continuo progresso. Tuttavia, molta strada va ancora percorsa per far si che queste misure vengano tradotte in azioni concrete e ci auspichiamo che la crisi sociale ed economica causata dalla  pandemia possa risultare in un maggior sforzo per muoversi, finalmente, verso una società realmente inclusiva.

 

In questo contesto di lotta e rivendicazione di diritti fondamentali, il nostro pensiero e quello della nostra community non può che essere vicino e in supporto alla comunità Ucraina e alle donne che si trovano a lottare ogni giorno per proteggere la loro vita e quella dei loro cari.

Credito

Lasciate che vi ricordi che il credito è la linfa vitale dell’ economia, la linfa dei prezzi e del lavoro.

Herbert Hoover […]

Salute

La buona Salute è alla base dello sviluppo sociale ed economico e rafforza le politiche in tutti i settori dell’azione pubblica.

Organizzazione Mondiale della Sanità […]

Innovazione

L’innovazione è lo strumento specifico per l’impresa. Ciò che dà alle risorse una nuova capacità di creare ricchezza.

Peter Drucker […]

Capitale Umano

Il talento è una fonte da cui sgorga acqua sempre nuova. Ma questa fonte perde ogni valore se non se ne fa il giusto uso.

Ludwig Wittgenstein […]