Autore : Action Institute
Data: 21-06-2021
Tipo: Altro
Tematica: Action Institute
Hello, Action Institute Community!
While the COVID-19 pandemic is hurting the global economy, we at Action Institute aim at delivering a whole-rounded perspective, cutting through the noise.
Our weekly Special series approaches the effects of the virus from different perspectives: from medical facts to health policy, from economic policy to macroeconomic issues, from politics to financial markets, from technology to the impact on businesses, and more. We encourage our esteemed readers to provide us with feedback and suggestions.
This weekly issue proposes a selection of papers and articles focused on (i) Financial Markets and (ii) Impact on Business.
“Resilience of the financial system to natural disasters” (Vox.eu, Patrick Bolton, Harrison Hong, Marcin Kacperczyk, Xavier Vives, May 25th, 2021). Il COVID-19 e la conseguente recessione possono essere sfruttati come studio empirico del rischio sistemico legato ai disastri naturali per valutare le strategie da adottare nel lungo termine, che comprendono interventi pubblici di supporto, del settore privato e coordinazione internazionale. Per controllare il rischio legato al cambiamento climatico, le banche centrali sono chiamate ad un ruolo attivo nella promozione di policy di mitigazione, così come gli asset manager nel disciplinare i partecipanti ad una finanza più sostenibile. Allo stesso tempo, gli investimenti sono tanto cruciali quanto lo sono stati nella corsa ai vaccini.
“Investors bet eurozone stock rally will gather steam as economy rebounds” (FT, Naomi Rovnick, May 27th, 2021). Il seguente articolo esplora come le azioni dell’eurozona abbiano galoppato più in alto quest’anno e come un crescente coro di investitori stia ora scommettendo su ulteriori guadagni man mano che la lenta emergenza del blocco dalla pandemia prende ritmo. Secondo l’articolo, i guadagni finora raccolti nel 2021 hanno spinto l’indice MSCI EMU, che cattura i rendimenti di prezzo ricevuti dagli investitori stranieri dalla detenzione di azioni dell’eurozona, al livello più alto dal giugno 2008. Nel complesso, sostiene che gli investitori siano sempre più ottimisti, incoraggiati dall’uscita dell’eurozona da una doppia recessione causata dalla pandemia e dalla più rapida somministrazione di vaccini dopo un lento avvio del programma vaccinale attribuito alla carenza di forniture e alle irregolari campagne di salute pubblica.
“Emergency Liquidity Assistance: A new lease of life or kiss of death?” (Bruegel, Francesco Papadia and Leonardo Cadamuro, May 28th, 2021). L’articolo esplora l’impatto dell’Erogazione di Liquidità di Emergenza (ELA) sui sistemi bancari nazionali, soprattutto prova a capire quante banche si siano riprese dopo il trattamento. Gli autori traggono alcune conclusioni: 1) la probabilità di fallimento duplica con il trattamento; 2) non tutti i casi erano emergenze dato che alcuni sono durati più di due anni; 3) è improbabile che tutte le banche che hanno ricevuto l’ELA fossero solventi; 4) l’ammontare dell’ELA non era significativo per le condizioni monetarie aggregate nell’area euro, ma è stato di importanza cruciale per alcuni paesi.
“Slowdown in business dynamics during the COVID pandemic: Empirical insights and lessons from the Netherlands” (Vox.eu, Andrew Bailey, Douglas J. Elliott, Victoria Ivashina, January 21st 2021). La crisi di COVID-19 potrebbe influenzare la produttività futura attraverso il suo impatto sulle dinamiche di impresa. Questo articolo sostiene che le dinamiche di impresa – in particolare le entrate, le uscite e le bancarotte nel mercato – stanno rallentando, ciò può avere effetti avversi sulla produttività di lungo periodo. Nel corso del 2020, poche nuove imprese sono nate rispetto a qualsiasi anno ‘normale’ e meno sono terminate che durante la crisi globale nel 2009. Molti nuovi entranti sono liberi professionisti e imprese online, soprattutto nel settore della vendita all’ingrosso e al dettaglio.
“What’s next for consumers, workers, and companies in the post-COVID-19 recovery” (Mckinsey Global Institute, Susan Lund, Anu Madgavkar, Jan Mischke and Jaana Remes, May 18th, 2021). La pandemia può ridisegnare il lavoro, il comportamento dei consumatori, i trend di produttività e crescita per i decenni a venire. Con la migrazione di massa al digitale, le imprese si sono rese protagoniste della più forte spinta all’innovazione e del più veloce processo decisionale dalla Seconda Guerra Mondiale: se mantenute, queste innovazioni possono portare ad un aumento di produttività di un punto percentuale entro il 2024. In ogni caso, la ripresa non sarà nel segno dell’equità: le famiglie con basso reddito hanno subito di più la disoccupazione da pandemia, la crescita di impiego è prevista per occupazioni ad alto salario mentre la crescita di produttività per le imprese più grandi.
“5 Models for the Post-Pandemic Workplace” (Harvard Business Review, Daniel Davis, June 3rd, 2021). Dalla fine del 2020, gli australiani hanno cominciato a tornare in ufficio con numeri che si avvicinano ai livelli pre-pandemia in alcune regioni. Un nuovo studio dei lavoratori australiani identifica cinque modelli di luoghi di lavoro che si stanno adottando: ‘come era’, sede del circolo, lavoro activity-based, hub and spoke e completamente virtuale. L’autore esplora come le imprese potrebbero soppesare questa decisione ora che i vaccini sono gradualmente disponibili e le restrizioni si stanno allentando in diversi paesi.
“Covid’s unequal effect on companies” (Economist, June 5th, 2021). Il seguente audio-articolo fornisce una panoramica degli effetti disuguali che la pandemia di COVID-19 ha avuto sulle aziende. In effetti, secondo l’ultimo Economic Outlook dell’OCSE, è probabile che le economie divergano, poiché alcune, come l’America e la Cina, si riprendono dalla crisi pandemica più velocemente di altre, come i paesi in via di sviluppo. Inoltre, il COVID-19 ha colpito diversi settori in modo diverso: le aziende tecnologiche e farmaceutiche hanno prosperato; le imprese dei trasporti e dell’energia hanno sofferto. L’articolo sostiene che, nonostante tali disparità, le politiche dei governi hanno messo con successo l’economia in “ibernazione”: in molti luoghi ci sono stati meno fallimenti nell’ultimo trimestre del 2020 rispetto al 2019. Nel complesso, la difficoltà ora sta nel giudicare quando l’attività è sufficientemente forte per ritirare il sostegno.